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“Congedo menopausale”, cos’è? Dovrebbe essere un diritto, ma un paese ha già detto di NO

congedo menopausale cos'è

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Perché non introdurre un congedo menopausale per quelle donne che si trovano in quella fase della loro vita? Questa la proposta avanzata da Essity, un’azienda conosciuta nel mondo dell’igiene e salute. Dopo il congedo mestruale sarebbe importante porre l’attenzione anche su quest’altro argomento. Essity che collabora con brand come Nuvenia o Tempo ha condotto una ricerca proprio sul binomio lavoro e menopausa. Il suo obiettivo quello di sensibilizzare e porre l’attenzione su un argomento lasciato in disparte.
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Le statistiche

La ricerca di Essity è incominciata coinvolgendo 16 mila persone e 11 paesi. La maggior parte non conosce nemmeno il tema, che quanto il ciclo mestruale sembra essere quasi un tabù. Su 500 italiane ciò che è emerso è che il 71% ha vissuto tutta quella fase della sua vita lavorando a pieno regime. Le domande sono state due, una prima rivolta alle 500 donne che hanno più di 18 anni e una seconda invece già nella fase di menopausa o post.
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Se il 45% lavorava full time e il 26% part-time solo il 6% ha potuto chiedere permessi specifici per sintomi gravi legati alla menopausa. Il 3% di questo 6% era retribuito, il restante no. Forse il dato peggiore è quello legato alle donne che hanno dovuto prendere le ferie a causa della menopausa e rappresentano ben il 13%. Assurdo però pensare addirittura che un 17% si dichiara contraria alla richiesta di permessi, che essi siano retribuiti o meno.

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L’obiettivo di Essity per il congedo menopausale

Il 61% per fortuna si è espresso in maniera invece favorevole. Massimo Minaudo che è il Country Manager Italia per Essity ha affermato che l’obiettivo dell’azienda è anche quello di poter diventare partner e sostenitore delle donne. Pensiamo infatti che alcuni sintomi della menopausa possono essere molto radicati come nella stanchezza, scarsa memoria e anche scarsa attenzione. Tutti problemi che potrebbero anche influire proprio sul rendimento lavorativo.
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E’ importante quindi in prima linea sensibilizzare quanto più possibile le stesse donne sull’argomento e impegnarsi poi nel rendere partecipe il resto della popolazione e società. Oltre al congedo mestruale sarebbe quindi indicativo spingersi più in là e concentrarsi anche su una nuova proposta che possa includere il congedo menopausale dando così visibilità anche alle donne che si trovano già in quella fase della loro vita.

La decisione del Regno Unito

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C’è un paese dove è stata già presentata una richiesta per il congedo menopausale, ma la risposta a gennaio di quest’anno è stata secca. Il Regno Unito ha detto no al congedo per la menopausa, questo perché secondo loro potrebbe “discriminare gli uomini”, ma non solo. Il governo ha anche deciso di respingere una richiesta che renderebbe la menopausa una caratteristica protetta secondo l’Equality Act.

La richiesta iniziale per il congedo era stata fatta dalla Commissione Donne e Uguaglianze, la risposta è stata anche troppo severa dichiarando che proporre o permettere un congedo specifico potrebbe essere controproducente impedendo il raggiungimento di alcuni obiettivi su piano lavorativo.