Quando parliamo di porno vendetta, conosciuta anche più comunemente come revenge porn possiamo dire di parlare di un vero e proprio abuso digitale e tecnologico, oltre che fisico e mentale. Il fenomeno ormai in circolazione dall’era digitale si sta espandendo sempre di più e più aumentano i casi più diminuiscono le denunce di donna che spesso hanno paura a compiere tale passo. Tale reato, perché vedremo in seguito, come sia diventato finalmente punibile ai fini della legge, può avere delle conseguenze devastanti.
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Tuttavia per quanto uno possa essere terrorizzato dall’aspetto tecnologico e digitale, allo stesso tempo i progressi non sono mancati in questo ambito. Infatti già da qualche anno è possibile denunciare il revenge porn tramite una pagina online istituita dal Garante per la Privacy. Si è infatti imparato ad agire tempestivamente per contrastare la diffusione delle proprie foto intime su internet e social.
Come funziona la pagina online?
Le donne maggiorenni che credono di avere le loro foto diffuse tramite Facebook o Instagram senza loro consenso possono rivolgersi al Garante per la Privacy per far si che la diffusione venga bloccata. Le potenziali vittime di porno vendetta possono compilare un form online (www.gpdp.it/temi/revengeporn) per dare tutte le informazioni possibili alle Autorità e successivamente le informazioni arriveranno al Garante che indicherà alla persona interessata quello che è un link.
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Tramite questo potranno essere caricate le proprie foto intime che verranno poi ricercate su internet o cifrate da Facebook in questo caso per poterle bloccare e dopo cancellare. Ovviamente sembra più facile a dirsi che a farsi, come si potrebbe affermare, ma alle volte reagendo in modo tempestivo e muovendosi tramite questi canali si può almeno in parte bloccare quello che è il danno alla propria immagine. Un danno che va oltre al fisico.
Un altro passaggio fondamentale da non dimenticare dovrebbe però essere quello della denuncia. Infatti parliamo di “Codice rosso” ovvero la legge 29 luglio 2019, n.69 grazie la quale il revenge porn è diventato finalmente punibile con la reclusione da uno a sei anni e una multa tra 5 e 15 mila euro. Secondo alcune statistiche solo in Italia 2 milioni di persone, ragazze under 30 per la maggiore, sono vittime di revenge porn.
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Cosa dicono le statistiche in merito al revenge porn?
Sfortunatamente sono tantissime le storie che sentiamo ogni giorno in merito al revenge porn e sembra sempre più difficile avere il coraggio di fare qualcosa in merito. “I numeri sono impressionanti, la pornografia non consensuale di cui fa parte il revenge porn, fa 2 milioni di vittime e sono 14 milioni gli italiani che in rete guardano foto diffuse in modo non consensuale. Per il 70% interessano le donne, mentre il 30% uomini.” Questo ciò che è stato dichiarato da PermessoNegato, un ‘associazione no profit che si occupa di supporto tecnologico legale.
Un altro problema è che sì la pagina online di Garante per la Privacy sicuramente può aiutare le donne, ma alcuni social non permettono la cancellazione dei contenuti, come ad esempio il famoso Telegram, che conosciamo bene per essere una fucina d’illegalità sotto questo punto di vista. “Solo nel 2022 sono stati rilevati 231 gruppi Telegram attivi nella condivisione di immagini di pornografia non consensuale”. Arrivando quasi ad un aumento del 21% rispetto al 2021, un dato sconcertate.
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Come poter eliminare il revenge porn? Sfortunatamente sappiamo che ciò non potrà accadere, almeno in tempi brevi, sicuramente passi avanti nella prevenzione ci sono stati, ma finché internet sarà spazio incontaminato e alcune piattaforme difficili da raggiungere, gli ostacoli non mancheranno.
Fonte: Assoprivacy, Donna Moderna