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“Crolla lo stipendio delle mamme” Bankitalia denuncia: “Ecco quanto guadagnano in meno”

La disparità salariale delle mamme lavoratrici è enorme, un fatto sicuramente preoccupante che ancora oggi devono affrontare le donne. Un argomento che dovrebbe essere indagato in modo più approfondito per capire come le donne con figli possano guadagnare meno delle colleghe senza figli. Le sfide che ogni giorno le mamme si trovano ad affrontare sul posto di lavoro sono inammissibili. Quindi lo stipendio delle mamme è ormai la metà rispetto a quello di colleghe senza figli.
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Cosa dice la relazione di Bankitalia?

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Questa è anche la denuncia di Bankitalia, infatti secondo una loro relazione annuale dopo 15 anni lo stipendio delle mamme lavoratrici sarebbe sceso ulteriormente diventando solo la metà dello stipendio delle colleghe che invece non hanno figli. Per essere lavoratrici e anche madri alle volte si deve fare una scelta e sacrificare ore lavorative passando ad un part-time tanto che il gap causato raggiunge il ben 90%.


“Oltre a ridurre la partecipazione al mercato del lavoro, la maternità influenza in modo negativo le retribuzioni delle donne che rimangono occupate”. Questo ciò che dichiara Banca Italia, che inoltre ha visto come per le stime relative agli anni 1990-2018 le donne che decidono di avere figli hanno una doppia probabilità nei due anni successivi di non trovare più impiego rispetto a donne che invece decidono di non avere figli. Un divario che è però appesantito anche dalla differenza di genere di cui vi avevamo già parlato, secondo cui il tasso d’occupazione delle donne è inferiore rispetto agli uomini.
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Una mancanza di servizi e politiche di sostegno

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Una disparità che non fa altro che aumentare se in famiglia è in arrivo il primo figlio. La colpa principale del dimezzamento salariale delle mamme lavoratrici secondo Bankitalia sarebbe però da imputare alla mancanza di adeguati servizi e politiche di sostegno. Se in una regione i servizi di cura per l’infanzia sono al minimo allora di conseguenza la donna ora madre dovrà abbandonare il suo posto di lavoro, avendo difficoltà a conciliare quello che è lavoro e famiglia.


Equilibrare quelle che sono le responsabilità familiari con il lavoro è un ulteriore impiego tremendamente difficile da sostenere a pieno regime. Proprio questo come detto porta alla scelta di un lavoro meno retribuito e con poche ore, si parla quindi anche di quello che è il “motherhood penalty”. Come possiamo quindi affrontare questa disparità tra donne con figli e donne senza?
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Come affrontare questo divario?


Innanzitutto ci sarebbe bisogno di una sensibilizzazione e un’educazione, promuovendo così una maggiore consapevolezza dei pregiudizi che si hanno anche in merito al duo maternità-lavoro. Creare e sostenere quelle che possono essere delle politiche aziendali più inclusive adottandone alcune flessibili in merito a uguaglianza di genere.


Inoltre si potrebbe pensare ad aumentare quelli che sono i sostegni sociali e politici, rendere adeguati alcuni dei servizi messi a disposizione così da poter conciliare l’essere madre con l’essere lavoratrice. Le madri lavoratrici meritano di essere trattate allo stesso modo delle lavoratrici senza figli e non perché siano più brave, più coraggiose, ma si parla di una vera e propria parità ed uguaglianza (che però sfortunatamente non è ancora permanente tra uomo e donna).

Fonte: La Repubblica