A Lecce è stato assolto tra lo stupore di tutti un padre che per anni ha picchiato la figlia “per salvarla dalla droga”. Per il giudice non sussisteva reato o il fatto perché il padre picchiava la figlia per la funzione per così dire disciplinatrice della violenza perpetrata. Una decisione che fa discutere e riflettere. La figlia però aveva iniziato dopo tempo a ribellarsi al padre e molti sono stati gli episodi in cui la stessa ragazza lo ha aggredito. Proprio per questo la sentenza del giudice, che ha assolto l’uomo che per anni ha picchiato non soltanto la figlia ma anche la moglie.
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Picchia la figlia drogata ma è assolto – la vicenda
Il giudice del Tribunale di Lecce ha deciso di assolvere l’uomo che era accusato di maltrattamenti verso la figlia. Nonostante l’uomo avesse ripetutamente picchiato con violenza non solo la figlia, ma anche la moglie che cercava di difendere la ragazza è stato dichiarato innocente. “Agiva in modo violento per sottrarre la figlia dalla tossicodipendenza e per via della frustrazione per non essere riuscito ad allontanare la ragazza da quell’inferno”, queste le parole pronunciate in tribunale.
La ragazza lo scorso anno aveva denunciato il padre per poi tornare sui suoi passi in un secondo momento, ma da quel momento la situazione famigliare insostenibile era venuta a galla. Secondo gli agenti e le indagini condotte i maltrattamenti andavano avanti da anni dove erano all’ordine del giorno schiaffi, bastonate e anche minacce con coltelli.
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Le violenze contro figlia e moglie
Per il giudice però a quanto pare non sussiste nessun fatto, dichiarando che “non sembrano essersi originati continui e costanti patimenti e sofferenze a livelli psichici e fisici, quello stato di soggezione e prostrazione tali da rendere la convivenza insostenibile”. Nel 2004 la moglie del 71enne aveva anche perso l’udito a causa delle ripetute violenze da parte del marito.
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Come riporta anche il Quotidiano di Puglia le aggressioni sarebbero continuate addirittura con l’uso di bastoni l’estate scorsa, evento che avevano poi convinto la figlia a denunciare il padre.
Perché sconvolge la decisione del giudice?
Perché poniamo l’attenzione sulla decisione del giudice? Perché parliamo spesso di violenza contro le donne, di femminicidi, che c’è bisogno di pene più severe, che il governo stesso in primis sta cercando di attuare nuove misure preventive, ma se poi è la giustizia che segue un corso diverso? Forse uno dei primi problemi da risolvere e su cui porre l’attenzione è proprio questo. Troppe volte determinate violenze non sono state punite e questo è un esempio tremendamente sbagliato. Far credere che, come in questo caso, la violenza contro le donne possa rimanere impunita può anche porre le basi per precedenti che non faranno altro che ripetersi.
Dopo le battaglie portate avanti senza sosta dalle donne per far valere i propri diritti, le proprie opinioni, le proprie vite, non possiamo pensare che tutto ciò poi possa cadere nel dimenticatoio e che ogni sforzo diventi vano.