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“Il tuo ex non ti lascia mai davvero, almeno sui social”: cos’è l’orbiting

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Pensate che il vostro ex non vi abbia mai lasciato veramente? Continua a mettervi vi piace, reaction alle stories e così via? Allora siete ufficialmente protagonisti di quello che è il nuovo fenomeno nel mondo delle relazioni digitali, ovvero l’orbiting. Che cos’è l’orbiting? In parole semplici potremmo dire che è quando qualcuno cerca di mantenere costante un contatto tramite social media, ma poi nella vita reale non porta avanti una vera connessione.
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Ne caso dell’orbiting nel momento in cui sui social si nota una nuova notifica che possa essere un mi piace o un commento non risveglia quella sensazione di adrenalina che fa venire la pelle d’oca dall’emozione positiva, ma tutt’altro. Quello che ne scaturisce è invece un senso d’oppressione, di malinconia e anche frustrazione cercando di capire cosa possa voglia dire una tale mossa social da parte di un ex. La costante presenza del tuo ex infatti potrebbe impedirti di recidere i legami con il passato e una relazione ormai terminata continua ad essere costantemente presente.

Come riconoscere l’orbiting?


L’orbiting anche se legato ai social non interessa soltanto gli adolescenti, ma può inghiottire tutti voi nel momento in cui il vostro ex scompare, ma continua a controllarvi con Instagram, mettendo mi piace ai vostri post o alle vostre storie. Alle volte l’orbiting non si limita solo a questo e può spingersi quasi oltre il confine che lo divide dal cyberbullismo, arrivando a sconfinare nello stalking. Letteralmente parliamo di “rimanere nell’orbita di qualcuno”, quando una relazione si conclude, ma il partner non rompe definitivamente i contatti.

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Ovviamente tale fenomeno è molto recente ed è stato coniato nel 2018 dalla blogger Anna Iovine, il termine è poi entrato anche nei possibili neologismi del dizionario Oxford. L’orbiting prende ovviamente di mira in particolar modo le donne. “Il 35% dei giovani ne è stato coinvolto, provocando rabbia, tristezza e turbamento”, almeno ciò che sostiene l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo”. Ne ha parlato anche il New York Times in un articolo di Rainesford Stauffer. “Diversi i casi di adulti alle prese con l’orbiting, spesso porta ad una regressione a stati adolescenziali, scivolando poi verso quello che è un processo di controllo sull’altro dall’amicizia a relazioni interpersonali”, questo dichiara la psicoterapeuta Barbara Volpi.
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L’orbiting può anche verificarsi nelle fasi iniziali di una relazione. Quando uno vuole cercare di avere un distaccamento emotivo, preferendo solo interagire sui social invece che di persona. Ovviamente il fenomeno può avere molti effetti negativi, la persona interessata può sentirsi confusa o anche con una costante sensazione di essere osservati e controllati. Questo è il rovescio della medaglia quando si decide di condividere quasi qualsiasi cosa tramite i social network.


L’ennesima dinamica complessa relazionale che emerge nella nostra società. Bisogna tenere a mente che il benessere emotivo dell’altro, come il rispetto reciproco devono rimanere al centro delle relazioni che queste siano online o di persona.

Il controllo digitale diventa stalking?

Sotto un certo punto di vista potremmo dire di si. Con l’orbiting come già detto è come se la persone che inizialmente era con te in una relazione non ti lascia andare, specialmente in ambito digitale. Ormai assoggettati e dipendenti dai social lo strumento dove noi condividiamo tutto tra spostamenti e passioni può essere alle volte un’arma a doppio taglio. Il solo commentare costantemente le storie che vengono caricate, ricevere quindi messaggi del tipo “ah ma io quel posto lo conosco”, oppure “sei in quel posto lì adesso?”, ci fa sentire osservate da ogni angolazione.

Quali sono le red flags da notare in una relazione?

Nelle relazioni se le red flags sono molte queste possono essere esplicitate direttamente da diversi fenomeni sempre più frequenti. Alcuni sicuramente più recenti e legati anche alla sfera dei social e del digitale, altri invece presenti da sempre, ma solo adesso attentamente analizzati.

Parliamo ad esempio di gaslighting, nelle relazioni ci sono molti comportamenti considerati tossici e pericolosi da un punto di vista sentimentale e affettivo. Oppure possiamo pensare all’ormai conosciuto ghosting, chi lo cita in modo ironico, chi invece ne è vittima, oppure il più recente bombing. Tutti termini inglesi che hanno però ritagliato un proprio spazio anche in Italia quando tra i più giovani si parla di relazioni.

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