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“La moglie lo denuncia per continui maltrattamenti”, il giudice lo assolve con un’assurda sentenza. VERGOGNA

è la sua cultura pm assolve uomo

Una nuova assurda sentenza volta soltanto a penalizzare le donne e a mettere in luce ancora di più la discriminazione e la mancanza di una giusta parità. Come riporta il Messaggero un magistrato assolve un marito violento con un’assurda sentenza, con parole che ci chiediamo come possano essere solo pronunciate o scritte nel 2023. Come è possibile che i casi passati, che le violenze sulle donne sempre più frequenti all’ordine del giorno, quanto i femminicidi non riescano nemmeno a fermare i giudizi assurdi dati dalla legge che dovrebbe invece difenderci? La moglie che denuncia il marito per maltrattamenti e il magistrato vuole che sia assolto perché “è la sua cultura”. Sembra uno scherzo, ma non lo è.
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L’assurda sentenza

Brescia, una donna denuncia nel 2019 il marito per maltrattamenti ricorrenti ormai da anni, e solo oggi arrivata una sentenza, ma di assoluzione. Il magistrato della Procura di Brescia, con non si sa quale coraggio, ha chiesto di assolvere l’uomo e facendolo ha dato la sua spiegazione che ci lascia sbigottiti. Non solo, ma anche amareggiati e increduli, perché pensare che un rappresentante della giustizia possa chiedere una cosa del genere per un uomo violento con tali parole, ci fa dubitare di tutto il sistema.
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Sappiamo anche che non è la prima volta, vedendo le passate sentenze assurde di quest’anno, e sfortunatamente non sarà nemmeno l’ultima. “La compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge”, queste alcune delle parole del magistrato. Quindi precisamente si vuole assolvere un uomo bengalese perché è stato educato in questo modo e quindi non c’è nulla da fare, e la sua intenzione non era quella di far del male alla moglie? Sappiamo che tutto ciò può sembrare solo uno scherzo di cattivo gusto, invece siamo in Italia, precisamente nel 2023.

“La disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine”, le altre parole vergognose che fanno parte della sentenza. La rabbia è tanta, troppa, e la prima che non può stare in silenzio è la donna che per anni ha subito violenze dal marito.
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“Sono stata trattata da schiava, picchiata e umiliata. Costretta all’annullamento con la minaccia di essere riportata in Bangladesh. Dove è la giustizia e la protezione tanto invocata per le donne? Oppure il fatto che io sia bengalese tra le tante mi rende meno di valore?”. Delle parole forti quelle pronunciate dalla donna, parole che ci lasciano l’amaro in bocca e ci fanno riflettere, perché forse ha ragione lei. Forse per questo pm lei ha meno valore rispetto le altre donne? Guardando l’attuale situazione delle donne in Italia, possiamo solo dire che forse non è così.

Bisogna continuare a dire basta!

Se volgiamo uno sguardo al passato dell’Italia non possiamo certo dire o ammettere di essere campioni in fatto di giustizia. Forse molti dimenticano che dopotutto anche in un paese come il nostro che dovrebbe essere civilizzato esistevano in un lontano passato il diritto d’onore, come i matrimoni riparatori. Parole che sono sinonimi di femminicidi e stupri.

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E poi volgiamo allo sguardo a donne che vengono considerate diverse per un colore diverso della pelle? Nel 2023, seriamente dobbiamo trovarci di fronte a questo? Possibile mai che una persona umana possa giustificare una violenza perché pone l’attenzione sul tuo retaggio culturale, sulle tue “usanze”, o sulla tua religione. Possibile che sia sempre la donna ad essere in una posizione di svantaggio, che debba subire tutto questo e che il tutto venga anche giustificando appellandosi ad una cultura differente.

La rabbia di questa donna, è la rabbia di tutte le donne che oggigiorno sono ancora soggette a discriminazione. Se guardate bene dentro di voi, sareste capaci di dire che la violenza deve essere riconosciuta solo in base a “razza” e provenienza? Ogni donna ha il diritto di essere libera, libera da violenze continue, e la cultura non può fare da barriera, specialmente nella legge.