Una donna può lavorare gratis per quaranta giorni? A quanto pare sembrerebbe proprio di sì, secondo delle indagini condotte dall’Osservatorio JobPricing. Analizzando i salari di donne e uomini ciò che è emerso è più che sconcertante. Infatti sembrerebbe esserci un vero e proprio pay gap come si direbbe in inglese, ovvero un divario nella retribuzione.
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Perché continua a crescere il gender pay gap?
Calcolando le retribuzioni annue lorde di entrambi i generi ciò che è affiorato è una differenza netta tra quello che guadagna un uomo e quello che guadagna una donna. Una differenza che raggiunge quasi un mese e mezzo di paga, un’ulteriore discriminazione di genere che diventa un’ingiustizia sociale radicata. Tra il 2022 e il 2023 il gap non ha fatto altro che aumentare dello 0.9%.
Le donne secondo alcune statistiche sono più istruite su tutti i fronti rispetto agli uomini, tenendo conto di un 59% di laureate sul totale. Allora perché continua ad esserci questa disparità così evidente e preponderante? Di base le donne sono quelle che tutt’ora presentano contratti di lavoro più fragili e precari rispetto agli uomini. Basti pensare anche “all’ostacolo” della maternità e così via.
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Il problema che è alla radice è che quelle che molti pensano siano le debolezze di una donna, come l’essere madre o dover badare alla famiglia, o il futuro congedo mestruale, sono invece quelle cose che la rendono più forte. Una forza che però non viene riconosciuta specialmente sul posto di lavoro. Se solo questa venisse valorizzata, come ha dichiarato l’Osservatorio Vita Lavoro di Lifeed, consentirebbe un emergere senza eguali di talenti che troppo spesso rimangono solo nel privato.
Il paese che ha eliminato il gender pay gap
Tutto ciò però non avviene in un paese che su moltissimi ambiti risulta essere quasi moderno rispetto alla nostra di società. Stiamo parlando dell’Islanda, qui infatti donne e uomini finalmente risultano più “uguali” rispetto ad altri paesi. Questo famoso gender gap qui è stato completamente sanato per quasi più del 90%. L’international Social Security Association infatti dichiara che l’Islanda rappresenta un modello globale per l’uguaglianza di genere.
L’Islanda è da ben 13 anni che si impegna nell’eliminare quella che è la disuguaglianza di genere riuscendo a farla diventare una vera e propria legge a tutti gli effetti. Il paese con la quota più alta di donne che si trovano in posizioni manageriali o di rilievo, basti pensare che il primo ministro, Katrin Jakobsdottir è in carica da cinque anni. L’Italia quindi come paese dove si posiziona? Sicuramente non ai vertici, infatti siamo al 63° posto per donne in posizioni di rilievo e al 114° per il divario salariale. A questo punto sarebbe superfluo aggiungere altro, ma c’è anche da sottolineare che sono molti altri i paesi con il medesimo problema, come gli Stati Uniti.
Fonte: La Repubblica, Luce