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Gambizza l’ex per vendetta, torna a casa dopo un solo anno: “Questa non è giustizia”

ex un anno carcere ora domiciliari

Nel 2022 nella città di Torino una donna viene gambizzata con 6 colpi di pistola sparati dall’uomo con cui si frequentava. Dopo essere stato condannato a 9 anni adesso però l’uomo dopo solo uno è già “libero”, ovvero tornerà nella sua casa dove rimarrà agli arresti domiciliari. La Stampa ha intervistato la donna dopo aver appreso questa notizia agghiacciante, adesso vivrà la sua vita solo nel terrore insieme ai suoi figli. Dopo aver gambizzato l’ex e aver fatto solo un anno in carcere adesso potrà essere messo ai domiciliari.
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La vicenda

Quando nel 2022 l’uomo, Hamza Dritan di 39 anni e originario dell’Albania, sparò alla sua ex fidanzata quando venne arrestato dichiarò “Volevo solo darle una lezione”. Parole molto coincise che lasciano solo stupore e rabbia. L’uomo aveva agito così per vendetta ad ascoltare le sue parole, pensava infatti che la donna avesse raccontato alla moglie della loro relazione clandestina. Inizialmente l’uomo era stato condannato a 9 anni e dieci mesi per tentato omicidio. La condanna successivamente è stata cambiata almeno per quanto riguarda il reato che è poi diventato lesioni personali e violenza sessuale.


Adesso l’uomo potremmo definirlo semi libero, infatti dopo aver presentato ripetutamente ricordi e istanze, stavolta il Tribunale di Torino ha deciso di accogliere l’ultima. Proprio questa permetterà a Hamza Dritan di tornare a casa e passare il resto della condanna ai domiciliari. Una decisione che fa sicuramente discutere, quasi quanto quella del giudice che ha deciso di assolvere il padre che picchiava violentemente figlia e moglie.
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Nonostante l’uomo abbia il divieto assoluto di mettersi in comunicazione con altre persone, questo potrà avere il braccialetto elettronico ed essere visionato da telecamere. Questa sentenza ha lasciato sconvolta invece Arife Hyseni che nel 2022 ha ricevuto 6 colpi di pistola a gamba e ginocchio da parte dell’ex. La donna tutt’ora ha nel suo corpo alcuni dei proiettili perché toglierli secondo i medici sarebbe troppo pericoloso.

Cos’ha dichiarato la donna?


In merito alla notizia sconvolgente ha dichiarato “guardi io non ho parole, sono delusa, arrabbiata e sotto shock. Non mangio e non dormo più, ho paura per i miei figli. Come si possono dare i domiciliari ad un uomo che voleva uccidermi? Non mi fido più della giustizia”. Come è possibile dar torto ad Arife? Come si può continuare nel nostro paese a dare fiducia ad una giustizia che di base non esiste?
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Se il primo monito non arriva dalla giustizia per mettere fine a violenza contro le donne, a femminicidi come possono le donne girare tranquille per strada. Proprio questa fiducia che piano piano va a sgretolarsi nei confronti della giustizia mina anche la sicurezza delle donne che non si sentiranno mai tutelate nel poter denunciare le violenze che subiscono.


Arife durante il processo avevo pregato la giustizia di fare il suo corsol’ho lasciato almeno 10 volte, ma lui chiamava i miei amici e si presentava a casa mia. Mi minacciava con coltelli o bastoni, ero terrorizzata.” Delle dichiarazioni che hanno ovviamente sottolineato la pericolosità dell’uomo. La donna non solo ha subito queste violenze, ma è stata quasi uccisa dallo stesso ex e ovviamente non sono episodi che una persona può dimenticare facilmente.