Usare un linguaggio corretto, ciò che ci è sempre stato richiesto fin da piccoli sia a scuola che a casa. Ma invece cosa ne è del linguaggio corretto nell’uso di tutti i giorni nella nostra società? Siamo nel 2023 e dovremmo ormai aver fatto passi avanti nell’abbattere barriere di genere e promuovere la parità e l’uguaglianza anche sono nelle parole che usiamo. Un modo sicuramente per evitare situazioni sconvenienti è eliminare e non usare termini maschilisti che potrebbero offendere altri senza accorgersene.
Leggi anche: “Basta revenge porn!” L’iniziativa online dove denunciare e trovare aiuto
Creare un linguaggio inclusivo
Un linguaggio inclusivo sicuramente avrebbe come risultato anche una società più inclusiva, almeno su alcuni aspetti. L’obiettivo sarebbe quello di creare un ambiente sicuro in cui sentirsi accolti, ma questo indipendentemente dal genere. Ciò sicuramente potrebbe essere un buon punto da depennare dalla nostra lista di buoni propositi.
Secondo i dati rilasciati dall’Obiettivo Sviluppo Sostenibile ci vorranno almeno altri 286 anni per colmare quello che è il divario di genere. Altrettanto sconvolgente pensare che soltanto il 10% nella lista stilata dal Fortune in merito ai CEO è donna. Ben il 90% delle aziende sono in mano agli uomini.
Quali sono le frasi maschilisti da evitare?
Ma quali sono i termini così maschilisti che dovremmo evitare? Sfortunatamente molti e di uso molto comune, se vogliamo partire da quelli forse peggiori in cima alla lista c’è sicuramente “se l’è cercata”. Emblema di quello che è il victim blaming, quindi il colpevolizzare le vittime che alimenta sempre maggiormente quella che è l’impronta maschilista.
Leggi anche: “Vendicarsi con un vestito”. Fu Lady Diana a inventarlo. Cos’è e come si usa questa “arma”
“Sei una donna con le palle”, perché si usa questa espressione? Perché le donne per essere forti e combattenti devono essere accostate agli uomini o a parti fisiche dell’uomo? Questa è un’altra espressione che siamo usare un po’ tutti erroneamente. Etichettare i lavori come lavori da donna o lavori da uomo credendo che possa esserci una divisione di genere, che le donne possano fare solo alcuni lavori se messe a paragone con le abilità degli uomini.
Quando ci rivolgiamo ad una donna dicendole “sei proprio un maschiaccio”, solo perché ha deciso di avere i capelli corti (conosciuti anche come “alla maschiaccia”) o perché prediligono vestiti poco femminili, più casual e comodi. Se una donna non usa gonne, non usa vestiti e così via vengono quindi paragonate al modo in cui si vestono gli uomini. Quando invece la differenza dovrebbe essere soltanto nella taglia magari tra vestiti da uomo e donna, ma usare sempre i pantaloni non fa di una donna un maschiaccio.
Leggi anche: “Non è una colpa, tutte le donne possono sentirsi così…”: che cos’è l’exhaustion gap?
Usare un linguaggio inclusivo può essere uno strumento tremendamente potete per creare un ambiente unito, che ci renda ancora più simili e rispettosi gli uni verso gli altri. La promozione di un linguaggio non maschilista deve essere un impegno costante, bisognerebbe adottare alternative rispettose e lavorare per eliminare tali luoghi comuni dal nostro vocabolario.
Fonte: Elle