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Violenza sessuale, “braccialetto per gli indiziati”. La decisione del governo apre il dibattito: “È giusto?”

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Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno, in un’intervista rilasciata alla stampa ha anticipato il piano di governo per contrastare i femminicidi. Dopo l’ennesimo caso, con la morte di Giulia Tramontano, il governo si impegnerà in un intervento normativo in merito alla violenza sulle donne. Quello che ha però dichiarato è di fondamentale importanza, ovvero: “stiamo ipotizzando un rafforzamento delle misure di prevenzione personali”. Ma c’è una decisione del governo che divide l’opinione pubblica, ovvero quella dell’uso del braccialetto elettronico. Vediamola insieme.
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In merito a ciò sono divere le misure preventive che verranno adottate, non solo nei confronti degli uomini, ma anche per proteggere le donne. Solo nel 2022 i casi di femminicidio sono stati 126, un fenomeno gravoso e intollerabile in una società come la nostra. Infatti rispondendo a varie domande Piantedosi ha affermato che il femminicidio non deve essere trattato come fatto individuale di una singola persona, ma come sociale.


Proprio per questo anche nelle scuole fin dai primi anni dovrebbe esserci una sensibilizzazione del tema, intervenire quindi su un punto di vista educativo e formativo. Il Ministro dell’Interno è sicuro che quando quest’azione verrà presentata in Parlamento si creerà tra le diverse forze politiche uno spirito di collaborazione proprio in merito a questo tema così sensibile.

La misura preventiva che fa discutere


Un altro aspetto che verrà trattato è anche quello di diffondere maggiormente informazioni sui centri antiviolenza che sono presenti e operano nel proprio territorio, così che le donne vittime di abusi possano mettersi tempestivamente in contatto con loro. Sono sicuramente necessarie delle pene più severe, che possono servire solo in parte.
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C’è però una delle diverse possibilità come misura preventiva che è stata guardata con occhi diversi. Sicuramente un argomento che dividerà l’opinione pubblica, tra chi la considererà giusta e chi estrema. Per quanto riguarda gli uomini, infatti, ciò che sta valutando il governo è la possibilità dell’uso “del braccialetto elettronico nel caso in cui l’autorità giudiziaria decida l’adozione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, nei confronti di soggetti indiziati di delitti, consumati o tentati, nell’ambito della violenza di genere e domestica”. Intervenire su così tanti aspetti non sarà sicuramente semplice, ma sarà necessario per ciò che affrontiamo anno dopo anno quando si parla di violenza di genere?

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Ciò che ovviamente getta in dubbio il tutto è la parola usata, ovvero indiziati, quindi non ancora processati o dichiarati colpevoli. E’ quindi giusto? Sicuramente come si suole dire la prudenza non è mai troppa, e già troppe volte sono stati commessi errori o prese alla leggera denunce provenienti da donne specialmente in ambito domestico.


L’obiettivo del governo in questo momento sembra essere quello di unire la repressione del reato ad un progetto culturale per ampliare la responsabilità collettiva. Questa stretta del governo dimostra come ci sia impegno da parte del paese oggi più che mai a proteggere le donne. Dando supporto alle vittime, sensibilizzando e adottando misure legislative più severe.
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Fonte: La Stampa