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“Senza figli, ma non è una scelta”: cos’è il natalismo? Ne parla un’esperta

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Il “natalismo”, forse molti di voi non avranno sentito questo termine che invece dovreste conoscere. Un termine che nasconde però dietro una certa crudeltà, quindi cos’è il natalismo, e cosa significa? Principalmente con “natalismo” si intende un concetto che da un lato è volto a promuovere quello che è l’aumento della popolazione ovviamente attraverso un’esaltazione della natalità. Se in Italia ormai da tempo è tema scottante quello della natalità e di quanto la crescita demografica sia sempre più bassa, come la stessa Emma Marrone ha affermato non pone nemmeno le basi affinché molti possano diventare genitori non solo attraverso un matrimonio. Potremmo anche accostare il termine natalismo a chi promuove in modo esagerato e spasmodico la vita, come i pro vita.
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Le donne che non possono avere figli vengono discriminate


In Psychology Today ne parla anche una professoressa di psicologia, Ashley Maier che ci spiega anche chi sono coloro che fanno parte della comunità CNBC, Childless not by choice, ovvero quelle persone che non hanno figli, ma non per loro scelta. “Non tutti hanno sperimentato l’infertilità, ma molti di loro lo hanno fatto”. Nessuno di loro si riconosce come gruppo monolitico, ma persone che si sostengono a vicenda e che possono condividere le loro esperienze.

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Non hai figli? Non sei normale!” siamo in una società che come afferma la Maier promuove questo tipo di pensiero andando anche a ghettizzare quasi le persone che in una società prettamente natalista non possono avere figli. Essendo Ashley Maier insegnate spiega come nel mondo accademico si possa ritrovare la stessa cultura natalista che è al di fuori. “In una riunione del dipartimento di psicologia, un collega professore mi ha chiesto se avessi figli. Ho risposto di no lasciando ogni emozione al di fuori e mi ha risposto Non dire così, non sai che non li avrai”.
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O ancora un suo studente le ha chiesto se le persone sterili lo sono perché la natura vuole comunicargli che sarebbe meglio non diffondere il proprio DNA considerato senza nessun valore. Dei racconti che ci lasciano ovviamente perplessi secondo la percezione degli esseri umani in merito alla gravidanza o al dover per forza avere un figlio.

I rischi del natalismo


Inoltre non si capiscono fino in fondo i rischi del natalismo, il voler a tutti i costi sperare che le nascite crescano a dismisura potrebbe creare ancora più povertà e sovraffollamento. Accessi a servizi essenziali come istruzione o assistenza sanitaria potrebbero diventare ancora più difficoltosi. Senza un’adeguata pianificazione infatti il natalismo potrebbe mettere a rischio anche la sostenibilità a lungo termine in ogni società.
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Se vogliamo però lasciare in disparte le ragioni più logiche e legate alla società la crudeltà del natalismo è spesso insita nelle persone, in chi figli ne ha ed è convinto che la società debba essere modellata sulla famiglia e basta. Quello che ne deriva è un atteggiamento altamente discriminatorio nei confronti di chi non può avere figli, non sempre è una scelta, alle volte possono esserci quei problemi di salute che impediscono una normale gravidanza. Colpevolizzare o escludere addirittura senza conoscere la storia di chi soffre non avendo figli è un atteggiamento altamente tossico.


Se pensiamo però anche a chi decide di non volere figli allora li diventa tutto ancora più complesso, nessuno dovrebbe essere giudicato per le proprie scelte che fino a prova contraria dovrebbero essere libere. Sfortunatamente in una società patriarcale o fondata su determinati valori che ancora sono presenti e difficili da estirpare il natalismo anche se nascosto e non così molto evidente è sicuramente presente.

Fonte: Psychology Today