A soli 27 anni Giulia Pedretti guida un’azienda che fattura ben 6 milioni, proprio per questo è stata premiata da Forbes e appare tra i 100 under 30 italiani più innovatori. Un premio sicuramente molto lusinghiero, oltre che meritato, non solo perché è una donna a trovarsi in una lista così prestigiosa, ma anche perché giovanissima è riuscita a costruire un’azienda milionaria. Ormai quando giovani under 30 riescono in queste imprese rimaniamo sempre stupefatti e nasce in noi un senso d’ammirazione per il loro lavoro e ingegno, ma non dobbiamo mai dimenticare che sono proprio i giovani su cui è giusto investire.
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L’azienda di Giulia Pedretti
Giulia Pedretti, bresciana di nascita, durante gli studi si è trasferita a Londra dove ha poi iniziato una stage. L’azienda in cui ha iniziato lo stage adesso è la sua, perché ha deciso non solo di investirci denaro, ma anche tempo, traendone il giusto potenziale. “Quando ho fatto lo stage ho proposto l’investimento, non dirò la cifra, ma per acquisirla ho avuto bisogno di qualche migliaia di euro“, queste le sue dichiarazioni in merito alla decisione.
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L’azienda si chiama Arteak e ha iniziato a lavorarci nel 2017 quando i dipendenti erano soltanto tre. Grazie all’impegno e la tenacia di Giulia adesso l’azienda conta 100 persone e ogni anni fattura 6 milioni. La ditta si occupa di servizi di sicurezza e infortunistica e il riconoscimento da Forbes lo ha ricevuto specialmente per usare quella che è la realtà aumentata nei cantieri.
“Ho 27 anni e sono donna, l’azienda è mia, ma non è raro che nei primi incontri i clienti si rivolgano ad un mio collaboratore maschio. Alle volte mi sento dire che pensavano fossi la hostess”, affermazioni che sfortunatamente siamo troppo abituati a sentire, ma è bello vedere come alle volte sia meglio non perdersi d’animo, anche se questo vuol dire dover dare dimostrazioni doppie.
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Delusa dai giovani
Giulia Pedretti, che adesso non è ovviamente più stagista, ma è a capo di un’azienda si è ritrovata a dover portare avanti dei colloqui proprio per cercare uno stagista. “Qualche tempo fa cercavo uno stagista marketing, ma su 60 candidati solo uno aveva i requisiti. Cercavo solo qualcuno che parlasse inglese e avesse empatia”, Giulia quindi nelle richieste esposte non aveva inserito lauree e tantomeno chissà quanti anni di esperienze come adesso tutti voglio.
La ragazza non nasconde però la sua delusione nel confrontarsi con alcuni di loro “alla domanda su come avrebbe descritto l’azienda su Instagram, ho avuto solo vuoto”. Giulia quindi non ha trovato in molti stagisti quell’entusiasmo che invece stava ricercando, nessuno aveva passione. Inoltre la dirigente aveva offerto 700 euro al mese e al termine dello stage il candidato avrebbe avuto l’opportunità di essere inserito in azienda, ma nessuno sembrava nemmeno attirato da quest’occasione.
Il nome di Giulia Pedretti nella lista di Forbes rimane comunque un traguardo importantissimo, anche per tutte le donne giovani e promettenti lì fuori che potrebbero fare grandi cose. L’inclusività è sempre più vicina, e queste storie ce lo dimostrano ogni giorno, non bisogna scoraggiarsi o arrendersi.