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“L’industria delle modelle è come traffico sessuale”: le sconvolgenti dichiarazioni di alcune modelle

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Da quando il movimento #MeToo è dilagato e dopo le accuse mosse negli anni precedenti a Harvey Weinstein e anche Donald Trump definiti degli uomini predatori, adesso una nuova rivolta è in atto. Recenti infatti solo le dichiarazioni di moltissime modelle sull’industria proprio della moda, di come vengano molto spesso sfruttate dalle agenzie e dagli abusi che hanno subito. Proprio per questo le industrie di modelle sono diventate dei veri e propri traffici sessuali. Le storie vengono inoltre riportate dai reportage di Variety.
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La storia di Esmeralda simile a molte altre


L’industria della moda da sempre è stato come considerato un ambiente quasi predatori specialmente per gli adolescenti o comunque più giovani. Quello che ancora fa rabbrividire è come si sia creato uno sfruttamento sessuale e finanziario incontrollabile. 15 anni, Esmeralda Seay-Reynolds modella dichiara di aver iniziato a lavorare per l’agenzia Click Model Management a New York, a quell’età viene considerata per il suo aspetto “too mature”, con cui però volevano intendere “troppo pesante” a causa delle sue curve.

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Questa è solo una delle tantissime storie raccontate a Variety, la stessa modella un anno dopo per NEXT ha posato per un fotografo che è stato poi accusato di coercizione sessuale. Veniva sfruttata e il suo lavoro non era minimamente retribuito, o comunque uno stipendio più che misero. Oltre a questo le consigliavano di mangiare batuffoli di cotone per sentirsi sazia e non mangiare altro, nonostante avesse già perso molto peso.
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Il co-fondatore di NEXT ha così risposto a queste affermazioni: “quando inviamo le modelle ai servizi fotografici, esaminiamo le persone e speriamo che la modella ci chiami se dovesse essere esposta a condizioni non adeguate. Noi non partecipiamo a tutte le riprese.” A proposito invece del racconto sui batuffoli di cotone commenta “se una modella l’avesse portato alla nostra attenzione quell’agente sarebbe stato licenziato sul posto”.


Molto spesso la paura, una sensazione di inadeguatezza e molto altro può però portare proprio queste modelle a non parlare, non confrontarsi o denunciare ciò che accade. Molte di loro a causa di commenti o esigenze sul fisico e la perdita di peso negli anni hanno sviluppato diversi disturbi alimentati e non solo. Addirittura è alcune delle modelle che oggi vediamo sfilare o posare per fotografie sono ingaggiate nei campi profughi proprio a causa della loro magrezza.
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Le modelle sfruttate all’inverosimile.

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Ciò però non gli assicura un nuovo futuro florido. Anzi Sara Ziff, fondatrice di Model Alliance ha affermato che gli abusi vanno molto oltre rispetto a fotografi predatori sessuali o disturbi dell’alimentazione. Le agenzie vanno a “caccia” di chi soffre di anoressia e bulimia nelle cliniche specializzate: “le modelle sono scovate nei campi profughi dalle agenzie in questa nuova era per promuovere la diversità. In realtà depredano le ragazze, pagano per loro appartamenti, fanno si che accumulino debiti e poi per riportano al campo profughi”.


Parole destabilizzanti che fanno crescere in noi un orrore sempre maggiore, facendoci riflettere su quelle che sono le pratiche adottate nel mondo della moda. Specialmente quando si parla delle agenzie di modelle la maggior parte delle volte non esiste una supervisione da parte di un adulto favorendo così un accesso speciale a uomini simili a Weinstein.
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Sara Ziff continua affermando chel’industria della moda raggiunge in alcuni casi il livello della tratta come traffico sessuale”. La stessa Ziff cerca di educare le modelle mettendole a conoscenza dei diritti che possono esercitare nel settore. “La mancanza di trasparenza, squilibrio di potere e vulnerabilità di queste donne per lo più giovani è una ricetta per lo sfruttamento”.


Il Senato di New York ha fatto però un passo in avanti questo 8 giugno approvando una nuova legge. Seconda questa le modelle possono avvicinarsi sempre di più a quei diritti fondamentali che non dovrebbero essere negati. Come chiedere alle agenzie copie dei loro contratti e attuare una politica ti tolleranza pari a zero per gli abusi.

Fonte: Variety, Jezebel