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“Lei non voleva abortire”: il pugile Félix Verdejo-Sanchez uccise l’ex incinta nel 2021. Arriva la condanna

felix verdejo sanchez condannato ex incinta

Félix Verdejo-Sanchez, 30 anni, finalmente è stato condannato, il pugile nel 2021 drogò e uccise la sua ex incinta gettandola giù da un ponte. L’uomo è stato ritenuto colpevole anche dell’uccisione intenzionale di un bambino che non era ancora nato. Félix infatti decise di agire in questo modo perché la sua ex ragazza non voleva abortire.
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Il verdetto

Félix è stato denunciato anche da un suo amico che aveva testimoniato al processo e dichiarato che l’uomo lo aveva chiamato lamentandosi del fatto che l’ex non volesse abortire e chiedeva aiuto per risolvere questo “problema”. Il ragazzo ha ucciso quindi Keishla Rodriguez Ortiz perché aveva con lei una relazione clandestina, infatti in quel periodo Félix addirittura conviveva con un’altra ragazza. Il campione olimpico del 2010 in quel lontano 2021, aveva chiesto un ultimo incontro a Keishla.
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Proprio quegli ultimi incontri che le donne dovrebbero evitare, come vi avevano detto anche in questo articolo. La madre della ragazza l’aveva avvertita del pericolo sapendo che il ragazzo poteva essere aggressivo e l’aveva già minacciata per non voler abortire. Keishla invece salì in macchina con il suo ex ragazzo che subito la colpì al viso per poi drogarla. Resa “inoffensiva” l’ha poi gettata dal ponte dritta nella laguna di San José.

L’accaduto nel 2021 sconvolse profondamente Porto Rico perché a distanza di pochi giorni un’altra donna fu uccisa per mano del suo partner. Félix è stato però finalmente accusato dell’omicidio ed ora c’è un verdetto, il ragazzo rischia l’ergastolo per ogni capo di imputazione a suo carico.
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La decisione arriva proprio in un momento cruciale per le leggi sull’aborto, specialmente dopo che la Corte Suprema ha “capovolto” la legge Roe v. Wade. Sono state moltissime le condanne ultime verso uomini che hanno ucciso le loro partner incinta e che si erano rifiutate di abortire. Quindi il caso viene concluso adesso che le leggi statali e federali sull’omicidio fetale sono diventante più “forti” che mai.