Consulta: cognome dato dal padre è “retaggio patriarcale”, stop alle disparità

L’articolo 262 del Codice civile italiano è sotto la lente d’ingrandimento: la Consulta ha sollevato il dubbio relativo alla legittimità.
La Consulta solleva nuovamente un tema scottante in una società sempre più attenta all’argomento della parità di genere. A finire sotto la lente d’ingradimento è l’articolo 262 del Codice civile italiano, per il quale la Consulta ha sollevato il dubbio relativo alla legittimità.
La Consulta e l’articolo 262
A dirla tutta non si tratta di una novità assoluta: già nel 2006 la Consulta stabilì che l’attuale sistema di attribuzione del cognome paterno ai figli «è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia», e di «una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna». Tale pronuncia è stata ripresa quasi 15 anni dopo, durante i quali nulla è cambiato, di fatto.
L’ordinanza di ieri, la numero 18, vede come relatore Giuliano Amato. L’auspicio dei sostenitori e delle sostenitrici delle pari opportunità è che l’attuale attenzione alle pari opportunità, sicuramente maggiore rispetto al 2006 e al 2014, contribuisca una volta per tutte a ‘risolvere’ la faccenda.