Il mondo dei social media è spesso teatro di storie sorprendenti, e una di queste è la vicenda di Giorgia Meloni, una giovane creator sarda che si è ritrovata a condividere il nome con la nota leader politica di Fratelli d’Italia. Con 2 anni di attività, 86.2 mila follower su Instagram e altri 87 mila su TikTok, la sua presenza online è notevole, sebbene l’attenzione sia stata amplificata dal caso di omonimia. In un’intervista a Webboh.it, Giorgia Meloni (la creator, non la politica) ha condiviso come sia stato vivere con lo stesso nome della Presidente del Consiglio, soprattutto durante i mesi intensi della campagna elettorale. Ha raccontato di essere stata bombardata di messaggi e commenti che non le davano tregua, rendendo la situazione più imbarazzante che divertente.
L’omonimia ha portato a situazioni curiose, come quando è andata a votare il 25 settembre e ha suscitato risate quando ha dovuto dichiarare il suo nome e cognome. La creator ha espresso la sua divergenza politica rispetto alla leader di Fratelli d’Italia, affermando che l’elezione della Meloni in politica è stata come fare “mille passi indietro nella storia”.
Giorgia Meloni e il canzonamento continuo: “Sei cristiana? Sei una madre?”
Giorgia (la creator) ha condiviso in passato il fastidio per le battute e le domande ricorrenti legate all’omonimia. Le chiedono se è amica di Salvini, se è cristiana, se è una madre, e addirittura le cantano il famoso remix legato alla politica. La giovane sarda ha dichiarato di essere stanca di sentirsi dire: “Ah, tranquilla, la prossima volta voto te”. La recente notizia della separazione della “altra” Giorgia Meloni, la politica, ha reso ancora più curiosa la vicenda, suscitando la domanda se anche la creator riceverà messaggi o commenti sulla situazione sentimentale della sua omonima. La Presidente del Consiglio e la giovane influencer sarda condividono il nome, ma le loro vite e le loro storie sono profondamente diverse, e il caso di omonimia continua a essere un aneddoto interessante nel mondo dei social media.
