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“Silvia”, la presunta vittima dello stupro Grillo jr: la violenza minuto per minuto, il racconto che ha scosso tutti

Il processo per stupro a Tempio Pausania, in Sardegna, contro Ciro Grillo e tre suoi amici, è stato nuovamente scosso da momenti molto forti durante la testimonianza della presunta vittima, nota con lo pseudonimo di Silvia. La giovane, nel ricordare gli atroci momenti vissuti nella villa di Cala di Volpe, in uso alla famiglia di Beppe Grillo, ha scosso l’aula con le sue emozioni, scatenando anche le sue lacrime.
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“Non riuscivo a muovermi, (…) non riuscivo a tirarmi su con le braccia o a fare altro, ero terrorizzata, non sapevo cosa stesse succedendo, cioè, non te l’aspetti una cosa del genere (…) io lì non avevo voce, mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non riuscivo”, ha dichiarato Silvia, rivivendo il presunto primo stupro subito da Francesco Corsiglia.

“Silvia” e gli accusati di stupro: chi sono gli imputati nel processo

La giovane ha proseguito il suo racconto, affermando che Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta l’avrebbero costretta a bere vodka per poi subire altri abusi sessuali, stavolta perpetrati in gruppo. “Il mio corpo era come se fosse anestetizzato. Provavo a tirarmi su, anche con la testa, poi ho iniziato a vedere nero e sono svenuta. Cioè mi son spenta, ho visto nero”, ha continuato Silvia, commuovendosi e costringendo il presidente a sospendere l’udienza per alcuni minuti.

La seconda presunta vittima, Roberta, ha anche testimoniato, affermando: “Quella sera non eravamo né sobrie, né ubriache o incapaci di controllarci. Quando mi sono svegliata saranno state le 12.30/13, mi sono alzata e sono andata a cercare Silvia. Lei era nella prima stanza a destra, nel letto, completamente nuda. L’ho vista molto confusa e sconvolta e non mi è sembrato che fosse per via dell’alcol perché l’ho vista ubriaca in qualche occasione. Ma mai in quello stato. Le ho chiesto più volte cosa fosse successo e lei alla fine mi ha detto ‘mi hanno violentata’. Chi, le ho chiesto io. E lei: ‘Tutti’”.

Le forti emozioni e le drammatiche testimonianze hanno contribuito ad alimentare l’intensità di un processo già di per sé carico di tensione e attesa, con il pubblico e i media che osservano con attenzione ogni sviluppo in questo delicato caso giudiziario.