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“5 femminicidi in una settimana”: in Italia ormai da inizio anno sono 70 le donne uccise

I femminicidi non si arrestano. Dall’inizio di questo 2023 siamo già a 70 femminicidi totali, la maggior parte avvenuti per mano di ex o di partner. Soltanto questa settimana in Italia sono stati registrati ben 5 femminicidi, eppure qualche mese fa vi avevamo parlato di altri dati che invece stimavano più o meno 8 donne uccise al mese. Adesso siamo a 5 in una sola settimana, e la rabbia omicida di alcuni uomini non sembra placarsi.
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I femminicidi di questa settimana

Stiamo parlando di donne che sono state uccise dal proprio partner, dal proprio marito o da un ex che vede la donna come un oggetto, come un qualcosa in proprio possesso. Stiamo parlando però anche di uomini che possono essere considerati in altri tremila modi molto disdicevoli, potrebbero essergli attribuiti epiteti molto coloriti che meriterebbero. Fatto sta che i femminicidi non solo aumentano, ma diventano sempre più crudeli.
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L’ultimo caso di femminicidio è quello di Sofia Castelli, di appena 20 anni, uccisa dal suo ex fidanzato che si era nascosto nell’armadio. In Trentino ha perso la vita un’infermiera di 63 anni, Mara Fait, per mano del suo vicino che davanti al figlio per giunta l’ha colpita con un’accetta. Lei si sentiva minacciata dall’uomo che le faceva stalking, uno stalking che è stato ignorato. Abbiamo poi Angela Gioiello, 39 anni, è stata uccisa dal marito che nel Napoletano poi si è suicidato davanti ai figli piccoli. L’uomo era convinto che la moglie lo tradisse.

Ci chiediamo quindi perché aumentano? Perché non si riesce ad arrestare questa furia che si abbatte sulle donne senza pietà? Molti ricercano le cause nel parlarne troppo, nell’accendere la televisione e trovare al telegiornale soltanto casi di cronaca nera. Quindi più se ne parla più uno si sente libero di agire brutalmente?
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Oppure altri commentano affermando che le pene troppe “leggere” che vengono date agli assassini spingerebbero gli altri a farsi avanti e macchiarsi degli stessi crimini. Sapendo di rimanere impuniti o avere delle condanne non tanto gravi. Pensiamo al caso di Carol Maltesi, per quanto 30 anni siano molti, era stato comunque predisposto un ergastolo, negato, dai giudici sono state pronunciate parole riprovevoli che danneggiano l’immagine della donna ed esaltano quella dell’uomo. Un uomo che è al pari di un mostro avendo fatto a pezzi la sua compagna, ma lei era disinibita e lui si è sentito preso in giro. Allora qui tutti alziamo le mani.

I titoli di giornale e sentenze assurde

Si accende il telefono, si va sui social e ciò che troviamo sono solo notizie riguardanti le donne, la violenza contro le donne per nulla tutelate. La cosa ancora peggiore è che leggiamo delle sentenze assurde dove la giustizia non ha né capo né coda e sfortunatamente la maggior parte di queste sono pronunciate da giudici donna.
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